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Scritta ai tempi di quando ero su Facebook (2015 credo) dove imperava l’esser buoni a tutti i costi (era diventata una moda) e parlare di dolore era vietato e venivo criticato perché pubblicavo poesie che parlavano di dolore, il mio soprattutto. Ma di una cosa sono convinto, come per arrivare alla luce bisogna attraversare il buio, così per arrivare alla carità, alla bontà, all’amore per il prossimo bisogna attraversare il dolore.

 

 

Lettera aperta

 

È un po’ che mi guardo in giro

e non vedo altro che un elogio all'amore,

al sorriso, alla serenità...

anche io l'ho fatto, per carità.

Ma mi chiedo perché questo "buonismo" a tutti i costi,

come una corsa forzata a decantare appunto l'amore,

il sorriso, la serenità interiore, l'illuminazione ecc.

Per carità, ci sta e guai a non farlo se vogliamo migliorare questo povero mondo.

Ma è tutto vero? Vissuto veramente? Sentito pienamente?

Siamo davvero così e basta?

O non è altro che un velo per coprire quella parte di noi che ci fa paura?

O il desiderio ancora non raggiunto che quelle cose si avverino?

Un mostrare ciò che in realtà non c'è ancora completamente?

O non è altro che un soffocare quelle silenti grida dentro noi

che vorrebbero solo essere ascoltate?

Perché non dare voce a quello che realmente vive in noi?

Mancanza di coraggio? Vergogna di mettere a nudo la propria anima,

se mai l'abbiamo incontrata?

Ma così mentiamo a noi stessi, prima che agli altri,

mettendo in mostra ciò che non siamo,

ma solo maschere.

Siamo umani imperfetti e non ciò che vorremmo essere per ora.

Verrà il nostro tempo al momento opportuno,

e guai ad abbandonare il sentiero che ci conduce alla luce,

ma intanto diamo spazio a tutto ciò che alberga in noi senza vergogna,

se vogliamo liberarcene,

altrimenti appariremo solo a metà.

Tutto ciò è solo il mio parere personale e non pretendo che siate d'accordo,

ma mi sembrava giusto parlarne.

Non voglio che rispondiate a me, ma a voi stessi.

 Salvatore Pizzo - 04/06/2023 02:19:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Caro Vincenzo, un termine che odio infinitamente è proprio quel"buonismo". Lo odio perché il suo contrario dovrebbe risultare"cattivismo". Ma dove va a morire così la logica del linguaggio? Allora, come ben dice Franca: eliminiamolo e torniamo al buon vecchio"ipocrisia", pura e semplice ipocrisia. Alla quale si può contrapporre davvero la sincerità dell’essere se stessi con le proprie storture e gioie e dolori. Il termine"buonismo" è stato coniato per sdoganare la maleducazione,la prepotenza, l’egoismo... e poter dire di essere sinceri. Ma questa non è sincerità, bensì è dare sfogo agli istinti peggiori.
Grazie anche per questa tua sentita lettera,oltre che per la riflessione.
Un caro saluto

 Annalisa Scialpi - 01/06/2023 18:50:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]



Carissimo Vincenzo, oggi va di moda il ’pensiero positivo’,

un parto d’imbecillità dei nostri tempi vuoti.

Il poeta è anche sciamano e psicopompo. Entra nell’anima che

è ctonia, che è oscurità, notte, fragilità, mistero, imperfezione.

In ogni caso il mondo è sempre il riflesso dei nostri guardiani,

un invito a varcare con più coraggio la soglia. Il dolore è il

nostro più grande alleato! Buona poesia carissimo!

 Caterina Alagna - 01/06/2023 13:18:00 [ leggi altri commenti di Caterina Alagna » ]

Molto diretta e sincera..e la sincerità, come sai, fa male. Io trovo che sia meravigliosa perché ci invita a spogliarci dell’ipocrisia, di quella che abbiamo con noi stessi perché non abbiamo il coraggio di dire ciò che pensiamo, spesso nemmeno a noi stessi, forse perché troppo condizionati dalle logiche del pensiero unico, ossessionati dal piacere agli altri a ogni costo. Bravo!

 Franca Colozzo - 31/05/2023 00:01:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Di sicuro è un antidoto immaginare un mondo diverso, edulcorato, dove non esistono guerre, neppure quella in corso in Ucraina, nel cuore stesso dell’Europa.
Arriva un ponte festivo e ci si immerge nei bagordi, resta lo spiraglio d’un sorriso a cavallo dei mondi.
Caro Vincenzo, più di buonismo di facciata, sempre latente, chiamerei tutto questo ipocrisia. L’uomo, che teme la morte, avverte il male e lo sovverte attraverso questa sorta di teatrino che la finzione scenica predilige. Invece, bisognerebbe insegnare ai nostri figli anche la sofferenza perché solo attraverso di essa si apprezzano i valori veri.
Buonanotte.

 SilviaDeAngeliss - 30/05/2023 13:31:00 [ leggi altri commenti di SilviaDeAngeliss » ]

Siamo umani, e quindi imperfetti. I sentimenti che proviamo sono variegati, anche a seconda del momento che ci propone la vita, non sempre facile da affrontare.
Nei momenti di dolore siamo portati a vivere in un’oscurità interiore, dalla quale è difficile uscire....se non in un arco di tempo non breve.
Abbiamo dei flash di euforia e grande felicità.
Ma ognuno di noi esprime queste emozioni in modo diverso; o tenendole racchiuse dentro, o esportandole all’esterno, cosa che spesso il contorno non gradisce, per non essere coinvolto di persona in questi eventi...
Ti leggo sempre con piacere, buona giornata Vincenzo.

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